LO SCHELETRO
Lo scheletro è l’impalcatura sulla quale si regge il nostro corpo; è costituto da poco più di duecento ossa, che in vario modo si articolano tra loro e, grazie anche ai muscoli che si ancorano a tali distretti, ci consentono di muoverci secondo la nostra volontà. L’insieme costituito da:
- ossa;
- articolazioni;
- muscoli.
viene denominato Apparato locomotore (fig. 12).
Fig. 12
 LE OSSA
Costituite da calcio e fosforo, rappresentano la struttura più dura e resistente dell’organismo umano. Proprio per tale motivo, le ossa (fig. 13) svolgono un’azione importantissima, quale quella di proteggere:
- cervello e cervelletto (con la scatola cranica);
- cuore e polmoni (con la gabbia toracica);
- midollo spinale (con la colonna vertebrale).
Si distinguono:
- ossa lunghe;
- ossa corte;
- ossa piatte;
ciascuna con delle caratteristiche proprie.
- Le ossa lunghe (femore, tibia, omero, etc.) sono caratterizzate da una parte lunga, detta diafisi, che costituisce il corpo dell’osso, e da due parti periferiche, arrotondate, dette epifisi, impegnate ad articolarsi con altre ossa vicine. La diafisi è costituita da una struttura ossea compatta, mentre a livello delle epifisi, si ritrova invece una struttura spugnosa.
- Nelle ossa corte (vertebre, ossa della caviglia, etc.) invece, sono uguali le dimensioni di larghezza e lunghezza.
- Nelle ossa piatte (scapola, ossa parietali, osso occipitale, etc) lo spessore è inferiore alla lunghezza ed alla larghezza.
Fig. 13
All’interno dell’osso, inoltre si trovano:
- midollo rosso,
- midollo giallo,
il primo localizzato a livello delle epifisi delle ossa lunghe e della parte centrale delle ossa piatte, produce globuli rossi, alcuni tipi di globuli bianchi e piastrine; il secondo invece, localizzato nella diafisi delle ossa lunghe, è ricco di grassi. Col passare del tempo, il midollo rosso perde la sua attività di produttore delle cellule sanguigne e si trasforma in midollo giallo.
Grazie ad una serie di stimoli (ormoni, calcio, vitamine, etc.) le ossa crescono sia in lunghezza che in larghezza. Per comprendere bene l’accrescimento osseo, bisogna ricordare che esistono due tipi di cellule, con funzioni opposte:
- osteoblasti, che consentono l’accrescimento osseo e la guarigione in caso di frattura, con formazione del cosiddetto callo osseo;
- osteoclasti, che contrastano la fase di accrescimento, erodendo l’osso dal suo interno.
Qualora l’attività degli osteoblasti non fosse controbilanciata da quella degli osteoclasti, si comprende bene che, accrescendosi le ossa sia in lunghezza che in larghezza, sarebbe impossibile qualsiasi movimento da parte del soggetto.
Tra le caratteristiche dell’osso, ricordiamo la resistenza infine ai traumi, determinata dalla consistenza e dalla composizione dell’osso stesso: infatti è stato precisato che esso può resistere ad un carico di circa 400 Kg/cm2!
 LE ARTICOLAZIONI
A seconda della funzione specifica svolta dai vari distretti articolari, si possono distinguere fondamentalmente:
- articolazioni fisse, come nel caso delle ossa del cranio e del bacino, in cui le ossa sono saldate tra loro per dare una maggiore consistenza alla struttura di sostegno e di protezione degli organi;
- articolazioni semimobili, come nelle vertebre, in cui queste ossa sono unite tra
loro grazie ad un cuscinetto, che consente una certa libertà nei movimenti;
- articolazioni mobili, come nel caso delle articolazioni del ginocchio, dell’anca e della spalla, etc.: in questo caso le ossa si articolano tra loro grazie alla presenza di cartilagine e, per rendere ancora più salda l’articolazione, di una speciale struttura fibrosa (capsula articolare): queste strutture permettono una notevole mobilità e consentono, alle superfici articolari delle due ossa vicine, di scivolare le une sulle altre, senza che subiscano particolare usura.
 I MUSCOLI
Ancorati alle varie strutture ossee tramite i tendini, modellano l’impalcatura ossea, consentendo ai vari distretti articolari di compiere i movimenti stessi. Inoltre, i muscoli consentono anche di “ammortizzare” la violenza dell’impatto nel caso dell’urto di un arto contro una superficie dura, evitando in tal modo conseguenze più gravi a carico delle ossa dell’arto stesso. I muscoli, costituiti da fasci di fibre che lo
percorrono lungo il suo asse maggiore, sono specializzati ad effettuare solo un certo tipo di movimento: flessione, estensione, pronazione, supinazione, rotazione, etc.. Se un muscolo, detto agonista, si contrae, un altro muscolo, detto antagonista, si rilascia, consentendo il movimento voluto in quel momento in quel determinato distretto articolare.
Fig. 13a |
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